PSICOLOGA & MENTAL-COACH
IL CAMBIAMENTO E' POSSIBILE E LA CHIAVE PER ACCEDERVI E' DENTRO DI NOI
Il sostegno su cui si può contare
Siete bloccati da un’ ostacolo che non riuscite a superare? A volte, cercare l'aiuto di un esperto qualificato è il miglior modo per iniziare a cambiare prospettiva. In qualità di Psicologa professionista, faccio della vostra salute mentale la mia priorità. Il mio lavoro consiste nel guidare i pazienti attraverso le sfide della vita, fornendo loro l'attenzione e la cura che meritano.
CHI SONO
Il mio nome è Rosanna Mininni e questa è la storia di come diversi anni fa ho letteralmente rivoluzionato la mia vita! Avevo una laurea e facevo l’interior designer! Avevo una vita sentimentale e professionale pienamente gratificante! Eppure all’improvviso arrivò il buio e finii nel tunnel della depressione! Stavo male, molto male e né io e né i miei cari ne comprendevamo le ragioni! Hai tutto, continuavano a ripetermi; non ti manca nulla! Eppure non riuscivo a trovare conforto e consolazione in quelle parole, anzi, avevo la sensazione che quelle parole mi facessero sprofondare sempre più in quel tunnel buio e senza via di uscita! Cercavo la luce e cercavo disperatamente una via di uscita ! Ricordo ancora l’angoscia che provavo ed il senso di colpa che avevo! Mi sentivo in colpa perché apparentemente non mi mancava nulla, ma a me sembrava mancasse la stessa aria e con essa la voglia di vivere! Finalmente, mi decisi a chiedere aiuto e di provare a dedicarmi al volontariato! E fu allora che un po’ di luce mi arrivò e riscaldò il mio cuore e mi indicò una nuova strada! Dopo anni di percorsi personali, finalmente, compresi quale fosse il mio vero talento! Che strano! Chi l’avrebbe mai detto che quel periodo di buio e di vuoto nella mia vita fosse arrivato, proprio per permettermi di connettermi con il mio talento più autentico e profondo: aiutare gli altri! E fu così che una nuova forza motrice nacque dentro di me e mi permise di riprendere in mano i libri e studiare ciò che mi serviva per attivare quel talento così importante che da troppo tempo dormiva dentro di me! Dopo un master triennale diventai counselor analitico transazionale e cominciai a praticare! Non mi bastava, volevo comprendere sempre di più la mente umana e le sue dinamiche! Volevo essere una professionista nella relazione d'aiuto ad un livello più profondo! Mi iscrissi alla facoltà di psicologia e non sentivo il peso dell’età, del lavoro, di essere mamma e moglie! Ciò che sentivo era una forza enorme dentro di me che mi spingeva a raggiungere il mio obiettivo: laurearmi in psicologia! Ci riuscìi! Ricordo ancora la gioia immensa che provai! Oggi sono una psicologa e counselor. Vi ho raccontato, in breve, la mia storia affinché chi si trovi nel buio non smetta mai di sperare che la luce arrivi e ci indichi chiaramente una nuova strada da seguire! È estremamente importante, però, non vergognarsi di chiedere aiuto e di rivolgersi a PROFESSIONISTI SERI! Ad oggi, mi sento serena di poter offrire esperienza e professionalità a chi scelga di rivolgersi a me!
Perché rivolgersi ad uno psicologo?
Sono moltissime le aree di lavoro e di intervento in cui un supporto psicologico professionale può risultare utile ed efficace. Innanzitutto, contattare uno psicologo diventa utile non solo per affrontare momenti di crisi e disagio, ma anche per migliorare notevolmente il proprio stato di benessere personale, relazionale e professionale; è importante chiedere supporto quando ci troviamo in periodi di particolare stress, ansia, paura o semplicemente per modificare alcune dinamiche comportamentali disfunzionali, per imigliorare la nostra situazione sentimentale ed in generale per acquisire una maggiore consapevolezza di noi stessi e della nostra unicità e preziosità!
Patologie Trattate
Attacchi di Panico
Il panico viene sovente definito come la forma più estrema della paura ; esiste un limite entro il quale la paura rappresenta una risorsa utile a metterci in guardia da situazioni di pericolo ,ma al di sopra di questo limite diviene patologica.
Fobia
La paura patologica può riferirsi ad uno specifico ad uno specifico oggetto, come animali, armi, ascensore, aereo, macchina, l’esposizione in pubblico, l’arrossire, etc., si parla di fobia specifica.
Quando la paura patologica si riferisce a più situazioni, viene definita usualmente generalizzata e sfocia nella maggioranza dei casi in un disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia.
Disturbo d'ansia Generalizzato
La persona con disturbo d’ansia generalizzato è ansiosa in riferimento a diverse possibilità, le più frequenti sono:
* la sensazione/paura che possano accadere eventi “catastrofici” al di fuori del proprio controllo e, spesso, per evitarli, vive al minimo delle proprie potenzialità;
* un passato costellato da una serie di eventi o disastri realizzati o subiti che non accetta;
* un senso di incapacità che la pervade e che fa sì che si trattenga dall’agire per il timore di non fare la cosa giusta;
* il timore di essere rifiutata nelle relazioni, che spinge la persona a evitare occasioni di contatto, alimentando in questo modo una sfiducia nei confronti di se stessa e degli altri, negandosi la possibilità di correre il rischio di creare rapporti soddisfacenti.
Si tratta di situazioni che possono divenire limitanti a vari livelli e che in genere creano un’ insoddisfazione di fondo
per cui la persona si sente “castrata” nelle proprie possibilità di realizzazione.
Fobia Sociale
Rientrano in questa problematica le persone che si sentono giudicate e sotto osservazione da parte di:
* altri specifici: la persona si sente mal giudicata o perseguitata da parte, ad esempio, dei genitori, di amici, del datore o di un collega di lavoro, di parenti, vicini di casa invidiosi, etc;
* qualsiasi persona: la persona si sente mal giudicata o perseguitata da parte di qualsiasi persona dovesse incontrare, anche sconosciuti.
In entrambi i casi, le tentate soluzioni adottate che mantengono il problema generalmente sono: evitamento del contatto; ricerca di scontro.
Ogni caso ha una propria storia ! Tuttavia ,il circolo vizioso che crea e mantiene i disturbi sopra elencati ha una struttura di funzionamento analoga per cui chi ne soffre mette in atto una serie di tentate soluzioni che,anziché risolvere il problema, lo mantengono e lo aggravano nel tempo :tentativo di controllo della paura e delle sue manifestazioni organiche; evitamento delle situazioni potenzialmente pericolose; richiesta di aiuto e socializzazione del problema
Il Modello Breve Strategico permette alla persona di riappropriarsi rapidamente delle sue risorse personali, attraverso l’apprendimento di strategie efficaci che permettono di trasformare il circolo vizioso in cui era finito in un circolo virtuoso
Problemi relazionali
Le relazioni ci permettono di arricchire le nostre esistenze , ma a volte non è così semplice trarre benessere e nutrimento perché possono essere fonte di intensa sofferenza e disagio.
Problemi di Coppia
Quando una coppia è in crisi, le ragioni sono diverse :comunicazione inefficace tra i partner, le fasi di vita che ciascuno dei due attraversa, la gestione delle dinamiche relative ai figli ,alle rispettive famiglie di origini ,L’ incapacità di affrontare e superare gli ostacoli sia come individui che all interno del sistema famigliare unico, pur mantenendo ciascuno la propria individualità.
Ci sono alcuni segnali che possono indicare che la coppia sta vivendo delle problematiche che è importante tener presenti: quando ad esempio uno solo dei due avverte il problema mentre l’altro sembra non rendersene conto; quando la comunicazione verbale tra i due è impossibile perché si finisce sempre a litigare, oppure perché non si riesce mai a ricavarsi momenti da dedicare al “noi”; quando la sfera sessuale vive un momento di difficoltà o di blocco completo da un periodo troppo lungo; quando l’intromissione nella vita della coppia da parte di altre persone (familiari dell’uno o dell’altro, parenti, amici, colleghi di lavoro) riesce a portare scompiglio e tensioni all’interno della relazione; quando la sensazione generale è sempre quella di fare una gara a “braccio di ferro”, dove ciascuno dei due cerca di prevalere sull’altro invece di impegnarsi per trovare una direzione comune, ecc.
I problemi che spesso si riscontrano, ad esempio, sono:
* difficoltà di comunicazione nella coppia
* conflittualità nella coppia
* problemi di relazione di coppia
* tradimenti
* gelosia
* fine di una storia
* gestione dei figli in caso di separazione
* difficoltà nella sfera sessuale
* dipendenza affettiva/partner narcisisti, ecc…
È’ possibile intervenire attraverso un percorso che miri ad ottenere una relazione sana imparando le strategie di comunicazione efficace, e ristabilisca una buona intimità fra i partner. in questi casi mi avvalgo di tecniche che prevengono dalla analisi transazionale Berniana
Depressione
Fra tutte le problematiche psicologiche la depressione è forse quella più nominata, più diagnosticata, ma anche più abusata degli ultimi vent’anni. Oggi sembra che ne soffrano 17 italiani su 100.
Depressione: quali sono i sintomi?
* capacità di pensare e concentrarsi
* apatia (non avere voglia di fare niente)
* ritiro dalla vita sociale
* perdita del piacere
* tristezza e senso di vuoto per la maggior parte del giorno
* autosvalutazione e senso di colpa
E’ una diagnosi complessa e, proprio in virtù di tale complessità, spesso altri problemi vengono scambiati per depressione. T
L’aspetto più importante da considerare è che la depressione non è un disturbo in sé, ma è quasi sempre un effetto conseguente ad un altro disturbo o ad un evento traumatico. E’ facile, ad esempio, che una persona che soffre di altri disturbi ( quali attacchi di panico ,disturbo ossessivo ,fobie )possa sviluppare un senso di incapacità tale da sfociare in depressione. In seguito ad
un lutto, ad una separazione importante, una delusione, o un insuccesso è’ possibile che una persona abbia difficoltà a gestire la propria realtà in maniera lucida e funzionale e finisca nell’abisso più profondo, percependosi come vittima e senza speranza e capacità di di uscire dal tunnel .Così, in conseguenza ad una serie di tentativi fallimentari atti a gestire una difficoltà o un problema, la persona rinuncia a se stesso ed alla vita !
Nelle depressioni la
tentata soluzione principale è la RINUNCIA. Quando qualcosa ci colpisce e ci ferisce, ponendoci di fronte alla realtà di non poterci fare nulla, è facile gettare le armi. Se il nemico è troppo forte, arrendersi sembra la soluzione più ovvia. L’attenzione è rivolta solo a ciò che non va. Come risultato della sensazione di impotenza, ci convinciamo che non sappiamo reagire. Ed è una profezia che inevitabilmente si avvera. Rinunciare diventa allora la prova concreta dell’impotenza. Si constata che il mondo è meraviglioso per gli altri o è talmente “marcio” da voler chiamarsi fuori da esso.
Il problema è che spesso per una battaglia persa decidiamo di rinunciare a tutta la guerra. Oppure, quando in quella guerra è stata sancita la nostra sconfitta, ci arrendiamo alla vita intera.
La persona DELEGA le responsabilità agli altri. Ovvio che gli altri, dato che ci vogliono bene, sono pronti a fare per noi anche le piccole cose. Ma ogni qual volta si sostituiscono a noi è come se ci confermassero che noi non siamo in grado. Ciò non fa altro che consolidare la credenza di essere incapaci, alimentando uno stato di frustrazione e depressione.
Il VITTIMISMO, ossia il lamentarsi con tutti coloro che ci stanno intorno, è un altro atteggiamento tipico. Uno degli scopi della lamentela è quello di avvicinare le cure e le attenzioni degli altri. Ma c’è un limite di sopportazione. Non possiamo pretendere che ascoltino le nostre lamentele per lungo tempo: alzeranno delle difese protettive. E più forte strilleremo, più alte si faranno le loro difese. E noi ci sentiremo ancora più soli e incapaci.
I familiari come devono comportarsi?
Si è riscontrato che con queste persone un atteggiamento consolatorio è la tentata soluzione che alimenta il problema. Allo stesso modo, il cercare di sdrammatizzare una situazione da loro vissuta come altamente dolorosa
L approccio breve Strategico utilizza un protocollo specifico per ciascuna delle varianti della depressione. Dapprima si guida la persona a riconoscere tutti i comportamenti che, invece di migliorare, hanno peggiorato il problema. Poi, attraverso tecniche appositamente studiate, si cerca di guidarla a “rinunciare alla rinuncia”, abituandola gradualmente a prendere un po’ di più in mano la propria vita. Contemporaneamente si lavora per elaborare la rabbia e il senso di impotenza, emozioni spesso molto forti nella persona depressa.
Inoltre si porta gradualmente la persona ad affrontare tutte quelle situazioni che fino ad oggi ha evitato per paura, per sensazione di non farcela, per disinteresse, a cominciare dalle più quotidiane e meno spaventose.
Bibliografia
Emanuela Muriana e Giorgio Nardone, “I volti della depressione”, 2006, ponte alle Grazie
Disturbo Ossessivo
Si manifesta con pensieri intrusivi che possono consistere in parole, frasi o immagini.
La persona diviene ostaggio di se stessa e dei pensieri intrusivi i quali, talvolta, possono bloccarle completamente la vita. La tentata soluzione principale messa in atto di fronte alla continua rimuginazione consiste nel tentare di combattere tali pensieri/immagini al fine di scacciarli, ma pensare di non pensare è già pensare.
Disturbo Compulsivo
Per la necessità/illusione di tenere sotto controllo la propria realtà la persona è spinta a: irrigidirsi in una serie di schematismi che in principio rassicurano per poi diventare una prigione limitante della quale non si può fare a meno; evitare precauzionalmente una serie di situazioni ritenute ansiogene o pericolose che, in questo modo, diventano sempre più ansiogene.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Sulla base di una paura, la persona mette in atto una serie di comportamenti atti a:
* riparare a qualcosa che è accaduto (lavare le mani dopo aver toccato qualcosa ritenuto sporco per evitare di contaminare il tempio/casa tutto pulito, controllare di avere chiuso il gas prima di uscire per evitare che la casa scoppi, etc.);
* prevenire che accada qualcosa di cui ha paura (controllare che tutte le porte siano chiuse prima di andare a letto, fare la doccia prima di andare a letto tutte le sere perché il letto non si contamini, etc.);
* propiziare che accada ciò che desidera (indossare una specifica maglia per affrontare situazioni particolari pena l’impossibilità di farlo, salire le scale iniziando con il piede destro e scenderle con il piede sinistro, etc.);
* prevenire-riparare.
La persona è consapevole dell’irragionevolezza delle proprie azioni ma non riesce a evitare di metterle in atto, talvolta coinvolgendo il proprio sistema familiare che diviene così ostaggio del disturbo ossessivo-compulsivo.
Dubbio Patologico
La persona viene continuamente invasa da dubbi/domande ai quali cerca di dare una risposta, ma ogni risposta che si dà genera un nuovo dubbio, una nuova domanda, che a sua volta è seguita da un tentativo di risposta a domande che non hanno risposta. Gradualmente, la persona si imprigiona in un labirinto fatto di domande e risposte e ogni volta che le sembra di aver trovato la chiave per aprire una porta, si trova di fronte ad un’altra porta, poi ad un’altra e ad un’altra ancora, fino a paralizzare totalmente nei meandri del proprio labirinto
Ipocondria
Si ha la certezza di avere una malattia, per questo motivo la persona mette in atto una serie di tentate soluzioni che, anziché di risolvere il problema, lo mantengono e lo aggravano. Le principali tentate soluzioni sono:
* continuo ascolto dei segnali del proprio corpo interpretati come indizio di una malattia;
* consultazione di specialisti/internet con conseguenti periodiche visite. Il referto negativo o le rassicurazioni del medico rassicurano fino al nuovo segnale di malattia;
* parlare continuamente del problema a familiari o amici.
*
Il Modello Breve Strategico permette alla persona di riappropriarsi rapidamente delle sue risorse personali, attraverso l’apprendimento di strategie efficaci per far fronte a circostanze e situazioni in precedenza ritenute impossibili.
Le strategie che utilizzo
Mindfulness
La mindfulness è una terapia che trae origine da tecniche orientali dove viene posta al primo posto la consapevolezza di quello che accade intorno a noi, nel presente, al fine di trarre effettivi benefici sia per il corpo che per la mente.
Grazie al lavoro di ricercatori come Jon Kabat-Zinn, Siegel e molti altri l’efficacia di questa forma di meditazione scientifica è stata confermata da migliaia di studi scientifici pubblicati sulle più importanti riviste internazionali.
Attraverso la Mindfulness si impara a raggiungere la consapevolezza della realtà presente ,nel qui ed ora ! Si impara ad accettare la realtà per ciò che è e non per cio che si vorrebbe ! Si impara ad essere grati per ciò che si ha e a smettere di lamentarsi per ciò che non si ha.
È una pratica che aiuta a vivere la quotidianità, allontanando la tensione ansiosa che deriva dal lavoro, le ansie dovuti a traumi affettivi o familiari del passato, i lutti o le malattie incurabili. La Mindfulness si avvale di pratici esercizi mentali che partono dall’idea che molte percezioni negative che abbiamo sono solo frutto di congetture e soggettive e non riferite alla realtà oggettiva.
Scientificamente ansie e stress non dipendono da eventi esterni, ma da condizioni endogene:
Attraverso la pratica della Mindfulness è’ possibile trasformare schemi di comportamento ineficcaci e disfunzionali in modalità comportamentali efficaci e funzionali
Approccio Breve Strategico
La Terapia Breve Strategica è un approccio originale alla soluzione dei problemi umani che presenta specifici fondamenti teorici e prassi operative in costante evoluzione sulla base dell’esperienza empirica. Si tratta di un approccio breve (al di sotto delle 20 sedute) che si occupa da una parte di eliminare i sintomi e i comportamenti fonte di sofferenza, dall’altra di produrre un cambiamento nelle modalità attraverso le quali una persona costruisce la propria realtà personale e interpersonale.
A differenza delle tradizionali teorie psicologiche e psichiatriche, un terapeuta strategico non utilizza nessuna definizione di “normalità” o “patologia” psichica; si basa piuttosto sui concetti di “funzionalità” o “disfunzionalità”.
Da un punto di vista strategico, quindi, per cambiare una situazione problematica, non è necessario indagare e svelare le cause passate (aspetto su cui, peraltro, non si avrebbe nessuna possibilità di intervento), ma risulta più utile lavorare sul come il problema funziona nel presente e su quali strategie siano più adatte a creare un cambiamento efficace e duraturo.
Per raggiungere questo risultato nella maniera più rapida ed efficiente possibile, l’intervento strategico è di tipo attivo e deve produrre risultati già a partire dalle prime sedute.
Scopo ultimo dell’intervento terapeutico diviene quindi l’acquisizione di autonomia e capacità personali nel fronteggiare e risolvere i problemi.
Alessandro Bertoletti
Ipnosi
Come sottolinea l'American Psychological Association: "IPNOSI significa imparare ad utilizzare al meglio la mente e il pensiero, con il fine di imparare a gestire le emozioni (ad esempio l'ansia, le fobie, le paure o lo stress), molti sintomi fisici e disagi spiacevoli (ad esempio il dolore o la nausea o l'ansia da prestazione), per aiutare chi vive questi stati e modificare alcune abitudini o comportamenti indesiderati (ad esempio vari tipi di emicranie, il fumo o l'alimentazione disordinata, disturbi ossessivo-compulsivi).
Compassion Focus Therapy
Terapia basata sulla compassione, la CFT offre una spiegazione della psicopatologia e del suo mantenimento basata sulle dinamiche di attivazione di alcuni sistemi di regolazione emotiva presenti nel nostro cervello.
Meditazione Himalayana
La meditazione non si fa, si sperimenta! Meditare infatti è uno stato mentale e non un’attività, al pari del sonno e della veglia. È quindi qualcosa di estremamente naturale e che tutti sono in grado di provare. Dire che non si è in grado di meditare equivale a dire che non sei in grado di stare sveglio o dormire: non ha senso. Semplicemente non si è ancora trovato il modo per sperimentare tale stato mentale, ma tutti ne sono assolutamente capace. Quello che comunemente definiamo meditazione altro non è che una tecnologia in grado di portarci a raggiungere lo stato mentale meditativo. Di tecniche ce ne sono a centinaia ed ognuna validissima. Quella Himalayana è la mia preferita perché davvero ha cambiato la mia vita grazie agli insegnamenti ricevuti da Elamare Academy di cui solo allieva La meditazione himalayana è una tecnica che deriva dalla tradizione vedico-tantrica dell’Himalaya e segue il lignaggio di maestri come Dire che non sei in grado di meditare equivale a dire che non sei in grado di stare sveglio o dormire: non ha senso. Semplicemente non hai ancora trovato il modo per sperimentare tale stato mentale, ma ne sei assolutamente capace. Quello che comunemente definiamo meditazione altro non è che una tecnologia in grado di portarci a raggiungere lo stato mentale meditativo. Di tecniche ce ne sono a centinaia e sono tutte molto efficaci! La mia preferita è quella Himalayana perché ha cambiato davvero la mia vita grazie agli insegnamenti ricevuti da Elamare all’interno della sua Academy (di cui sono tutt’ora allieva)La meditazione himalayana è una tecnica che deriva dalla tradizione vedico-tantrica dell’Himalaya e segue il lignaggio di maestri come Babaji, Sri Yukteswar e Yogananda. È una tecnica dinamica e breve, ma di enorme potenza che integro moltissimo durante i miei percorsi.
"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare nello stesso modo."
Albert Einstein
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